giovedì 16 maggio 2019

LETTERE E PAGINE DI DIARIO, I NOSTRI AMICI DI 2C RACCONTANO...


Prendendo spunto dai versi di una tua coetanea, scrivi una lettera o una pagina di diario, riflettendo su quanto l’adolescenza sia un periodo importante nella vita di ognuno:
Io adolescente
Faccio domande
Desidero risposte
Chiedo una mano
Sogno un futuro
Non voglio dubbi
e incertezze
in questa lunga strada
che è quella della vita.”
Fabiana

                                                                                                  Milano, 26 marzo 2019
Caro Diario,
oggi mi è caduto un dente da latte: eh già, non ho ancora cambiato tutti i denti.
A differenza dei miei coetanei che stanno già entrando nell’adolescenza, io mi sento molto più piccola, una bambina. In effetti, credo sia meglio così perché questo periodo non mi piace neanche un po’: preferirei saltarlo completamente ed arrivare subito a quando sarò laureata e totalmente indipendente, così da poter scegliere la mia direzione. Invece non è così. Ho dodici anni e devo ancora attraversare la fase adolescenziale che mi sembra oscura, una foresta nera piena di dubbi, incertezze e punti interrogativi le cui soluzioni, probabilmente, sono molto più semplici dell’apparenza. Io quasi sicuramente mi perderei in questa “selva” e chiederei aiuto, magari alla persona sbagliata. Oppure potrei superarla coscienziosamente ed esserne poi addirittura entusiasta. Non lo so. Sono abbastanza contrariata, ma soprattutto indecisa. Indecisa su cosa? Ecco un’altra domanda di cui non conosco la risposta. Appunto, diciamo che magari non sono esattamente una bambina, ma neanche una adolescente. Forse potrei definirmi una PRE-adolescente. Quindi l’adolescenza è una fase che mi spaventa, la vedo un po’ come il Medioevo: un’epoca buia, oscura, piena di superstizioni. Lo so che è un’idea che va contro il luogo comune che l’adolescenza sia un periodo ribelle, il più bello di un’intera vita, ma questa è una mia idea, opinione che magari cambierò vivendo questa fase.
Spesso mi agito pensando a tutto ciò, ma poi mi viene in mente un proverbio cinese che mi tranquillizza e a volte mi fa ridere: “Se c’è soluzione, perché preoccuparsi? E se non c’è soluzione, perché preoccuparsi?”.
In conclusione posso soltanto dire che sarà sicuramente un periodo significativo per me come per tutti, e penso che ognuno debba viverlo come meglio crede.
Spero di non averti annoiato. A presto. 

Giulia


                                                                                               Milano, martedì 26 marzo 2019
Caro Diario,
come stai? Io abbastanza bene. Ultimamente sono un po’ in ansia per via della scuola. Sai, ho molte verifiche e domani parteciperò alle gare distrettuali del torneo scolastico di pallavolo. Che gioia, non vedo l’ora :) .
E’ proprio da questa situazione, quella in cui mi trovo in questo momento, che ho iniziato a riflettere sulla parola “ADOLESCENTI”, perché, alla fine, a scuola non si imparano soltanto le diverse materie, ma si impara anche a ragionare e a farsi le proprie idee sulla vita.
In questo secolo gli adolescenti vengono definiti come “grandi persone”. Ma come si fa ad essere grandi persone e, soprattutto, cosa s’intende per “grandi persone”?? Da queste domande ho iniziato a ragionare per provare a capire chi fossero gli adolescenti. Ormai la maggior parte dei ragazzi si considera grande quando inizia a fare le cose che vanno di moda, come ad esempio fumare, vestirsi con abiti di marca, farsi tatuaggi e, “dulcis in fundo”, utilizzare sempre i social network, dove pubblichi  le tue foto e i tuoi video. Infatti, ormai, esistono poche persone “SOCIALI” e molte più persone “SOCIAL”. Per me, invece, le persone grandi sono le persone MATURE, consapevoli delle proprie azioni e delle possibili conseguenze, che non combinano sempre guai e che non hanno sempre bisogno della propria mamma o del proprio papà. Ciò non vuol dire che non si possa chiedere aiuto ai nostri genitori ma, semplicemente, bisogna imparare a cavarsela da soli.
Per avere altre informazioni sull’essere adolescente, ho cercato un po’ su Internet e ho trovato una splendida poesia moderna di una mia coetanea di nome Fabiana. Penso che ciò che ha scritto lei non rispecchi del tutto la mia idea sul periodo dell’adolescenza. Per farti capire meglio, adesso ti scriverò alcuni dei versi che mi hanno colpita di più:
“Io adolescente / faccio domande / desidero risposte”. Trovo che questi siano dei versi su cui bisogna ragionare molto. Gli adolescenti di oggi fanno domande di cui PRETENDONO la risposta. Secondo me, infatti, il termine “desidero” non è molto corretto perché i ragazzi, ormai, hanno una curiosità irrefrenabile e perciò vogliono tutto e subito, come “Il piatto servito su un vassoio d’argento”;
“Non voglio dubbi / e incertezze / in questa lunga strada / che è quella della vita”. Qui penso che io abbia già risposto. Non bisogna trovare per forza una risposta a tutto, perché non sempre c’ è ciò che cerchiamo. Se tu passi la tua intera vita a cercare qualcosa che mai troverai, avrai perso gran parte del tuo tempo inutilmente.
Io credo che il periodo adolescenziale sia indispensabile nella vita di ognuno di noi, perché bisogna avere un periodo di “maturazione”. Se non avessimo una fase in cui commettere errori e imparare a rimediarli, da adulti, probabilmente, ci rovineremmo la vita. Oltre ai primi errori, nell’adolescenza si hanno le prime cotte, i primi nemici, le prime cariche importanti (ovviamente la maggior parte di queste sono scolastiche) e le prime responsabilità.
Io stessa mi trovo spesso in difficoltà, però “l’importante non è quante volte cadi, ma quante volte riesci a rialzarti dopo la caduta”. Ad esempio, molti credono che la mia vita sia monotona: vado a scuola; torno a casa; pranzo e studio come se non ci fosse un domani. Come posso dire … ehm …<< Sveglia, non sono un robot. Anche io ho delle passioni, degli amici con cui svolgere attività e molto altro da fare. Non vuol dire che se vado bene a scuola passo tutto il pomeriggio a studiare.>>. Quindi le persone dovrebbero evitare commenti quando non sanno nemmeno come stanno le cose.
Detto ciò, caro Diario, mi scuso per averti raccontato tutti i pensieri che mi passano per la testa ma sai, sembra che a nessuno interessi parlare di questi argomenti.         
Ti scrivo appena posso …
Baci                                                                                                                       
Tua Gisi 
                                                                                                                                                               Scrivi in che modo i tuoi gusti stanno cambiando mentre cresci e rifletti su quali passatempi, interessi o abitudini del passato adesso non ti soddisfano più. Scegli la forma testuale che preferisci: diario o lettera.
 26 marzo 2019
Caro Diario
Oggi ho avuto una giornata piuttosto strana, vuota, infatti quando sono arrivata a casa dal doposcuola, visto che ormai avevo finito tutti i compiti per il giorno successivo, non sapevo cosa fare.
Ero a casa da sola, perché il papà e la mamma stavano lavorando, e Giada era a scuola.
Cosa potevo fare? Potevo stare un po’ con la nonna ma, aspetta un attimo, sta dormendo! Quelli sono i momenti in cui vorrei trovarmi a Santo Domingo: là non sono mai sola perché se non c’è la zia, c’è la nonna, se non c’è la nonna, c’è mia sorella e, se non c’è mia sorella…beh, c’è il cane!
Dopo cinque minuti ho deciso che non potevo stare tutto il pomeriggio ferma in mezzo alla cucina a far niente, quindi sono salita in camera mia, mi sono messa dei vestiti comodi e mi sono guardata in giro per vedere se mi veniva qualche idea. Ad un certo punto, guardando un disegno fatto da Giada, mi è venuta subito un’idea: potevo disegnare!
“io amo disegnare”, ho pensato. O almeno amavo farlo e dico “amavo” perché, quando ho iniziato a disegnare, dopo un po’ ho iniziato ad annoiarmi: non so perché, ma ormai non sentivo più la voglia di liberare la mia fantasia e le mie emozioni su un foglio bianco. Ho pensato che magari disegnare non mi piacesse più. Allora mi sono rimessa a pensare: potevo andare in bici nel vialetto? No, troppo noioso, soprattutto se si è da soli, potevo mettermi a giocare con le bambole? Ma non scherziamo! Troppo infantile… 
Dopo poco mi sono seduta ed ho cominciato a riflettere sul fatto che adesso trovo tutte le cose che adoravo fare fino ad un anno fa noiose, infantili; ad esempio, se a me prima piaceva giocare alle Barbie, adesso preferirei decisamente giocare con il cellulare, cosa che fino ad un paio di anni fa ritenevoi noiosissimo.
Prima, quando ero ancora alle elementari, ogni volta che uscivo da scuola, andavo sempre al parco a giocare con gli amici e talvolta a mangiare un gelato. Adesso invece, Quando esco da scuola, l’unica cosa che voglio è andare a casa, guardare la televisione e dormire.
Che tristezza!
Alla fine il mio papà aveva ragione a dirmi che quando sarei diventata più grande la maggior parte delle cose che mi piacevano in quel momento non mi sarebbero più piaciute!  Il papà ha sempre ragione…
Adesso, caro diario, ti devo lasciare perché devo andare a letto.
Buonanotte!
La tua Yanny

Milano, 26 marzo 2019
Caro Lollo, 
come va? Oggi pomeriggio ti scrivo innanzitutto per salutarti; da quando sei partito per la settimana bianca non ci sentiamo più, tra quanto torni?!?
L’altro motivo per cui ti scrivo è per ripensare ai bei vecchi tempi delle elementari: quante cose facevamo che ora abbiamo abbandonato… mi manca la nostra ingenuità. Ora ci preoccupiamo della vita e prima… prima pensavamo solo a divertirci.
Penso che, da quando ci hanno dato il telefono cellulare i nostri genitori, abbiamo perso dei valori umani difficili da recuperare e li abbiamo sostituiti con la tecnologia.
Ti ricordi i bellissimi giochi che facevamo? Ne voglio citare due: il primo era il nostro governo “U.S.L.F.A.C. (United States Lorenzo-Francesco-Annovazzi-Conte)”, quanti minuti di lezione persi a giocarci, il bello è che giocavamo ingenuamente dicendo cose che non stavano né in cielo né in terra senza essere sgridati.
Il secondo, quello che fa riflettere di più, è il gioco del “Io sono”: dicevamo ciò che avremmo voluto essere da grandi e il bello è che lo dicevamo senza pensare ai soldi, avevamo un sogno; ora che siamo cresciuti, per noi esistono solo le cose materiali.
Sinceramente non so come mai non facciamo più niente di questo, anziché andare avanti stiamo tornando indietro.
In questi giorni sto guardando un programma televisivo che mi hai consigliato e di cui tutti parlano: Il Collegio. E’ un programma molto intelligente (anche se i partecipanti non lo sembrano molto), perché fa riflettere sul come stare senza tecnologia dovendo rispettare le regole. Fa riflettere ancor di più quando i partecipanti vengono espulsi perché sono costretti a ripensare ai propri errori.
Anche nella mia classe, ovviamente, ci sono delle regole e può capitare di non rispettarle ma, se succede, ti danno la possibilità di rifarti senza passare subito alle maniere forti.
Questa è la mia opinione, fammi sapere la tua.
Il tuo Francesco


                                                                                         

PEPPINO IMPASTATO E GIOVANNI FALCONE

Cari lettori del Blog,
pubblichiamo qui di seguito le riflessioni che i nostri compagni delle classi terze hanno scritto pensando a Peppino Impastato e a Giovanni Falcone.
Buona lettura!



Parla delle figure di Giovanni Falcone e Peppino Impastato, soffermandoti sul loro ruolo nella lotta contro la mafia.
Giovanni Falcone era un magistrato che nel 1987 mise in atto il maxi-processo, in cui condannò moltissimi mafiosi di Cosa Nostra; per incastrarli andò anche in America, dove lavorò con l’FBI. A causa del maxi-processo, Falcone morì in un’esplosione insieme alla moglie e alla sua scorta nel 1992.                                                                                       Peppino Impastato, invece, era un giovane giornalista di una cittadina in provincia di Palermo e nacque in una famiglia mafiosa. Insieme a degli amici, fondò una radio privata attraverso la quale denunciava la mafia. Una sera, nel 1978, a causa delle sue accuse pesanti verso un boss, Gaetano Badalamenti, Peppino fu rapito e ucciso da alcuni mafiosi. Era lo stesso anno in cui avvenne il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro. Io, a differenza di Giovanni e Peppino, non avrei denunciato i crimini della mafia, per paura di essere ucciso, come fa la maggior parte della popolazione che si chiude nell’omertà. 
Edward - 3B

Giovanni Falcone e Peppino Impastato sono due persone diverse, ma entrambi hanno avuto il coraggio di combattere la mafia. Essi, infatti, hanno due storie diverse, ma qualcosa li accomunava: Giovanni era un giudice siciliano che ha avuto il coraggio di dire pubblicamente che la mafia esiste, riuscendo ad incastrare molti mafiosi di Cosa Nostra, collaborando perfino con l’FBI americana. Grazie al maxi-processo, Falcone riuscì a “vincere” contro la mafia, ma nel 1992 venne ucciso in un’esplosione sull’autostrada per Capaci. 
Peppino Impastato, invece, era un ragazzo nato in una famiglia mafiosa, ma ha il coraggio di denunciare le azioni dei mafiosi attraverso la radio che fonda con un gruppo di amici. Nel 1978, però, vene ucciso e fatto esplodere dai alcuni mafiosi sui binari del treno. 
Giovanni e Peppino sono persone davvero importanti e molto coraggiose, e lo testimonia ciò che hanno fatto. 

Alessandro - 3B


Peppino Impastato nacque, per sua sfortuna, in una famiglia mafiosa, ma presto capì che la mafia commette atti disumani e perciò passò la sua vita a combatterla. Insieme ad alcuni amici, infatti, fondò una radio, attraverso la quale denunciava i crimini compiuti dai mafiosi e invitava gli ascoltatori a non piegarsi alla loro prepotenza e a ribellarsi. 
Finché suo padre fu in vita, Peppino era protetto dalle possibili azioni vendicative di quei mafiosi che erano il bersaglio delle sue polemiche, ma quando il padre morì Peppino divenne vulnerabile e indifeso e agli occhi dei mafiosi era solo una facile preda. Egli, infatti, venne ucciso da alcuni mafiosi mandati da Gaetano Badalamenti, don Tano, e poi fu legato e fatto esplodere sui binari del treno per simulare un suicidio. Solo vent’anni dopo si scoprì che si trattava di un omicidio. 
Peppino, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, è un’altra vittima della mafia ed è proprio per paura di venire uccisi che molti preferiscono l’omertà. 
Secondo me, la mafia è un’ingiustizia ed è difficile da combattere perché i mafiosi sono tanti e perché molti, temendo di morire, non osano sfidarla. Se tutti noi ci unissimo, però, i mafiosi non sarebbero più considerati “intoccabili”. 

Anton - 3C

Peppino Impastato era un giornalista e faceva parte di una famiglia mafiosa siciliana, ma il suo intento, sin da ragazzino, era combattere le ingiustizie, in particolare la mafia. Insieme ad alcuni amici, Peppino fondò una radio privata in cui accusava i mafiosi dei loro crimini e tutto ciò che disse contro la mafia lo portò alla morte. 
Secondo me, Peppino non si sarebbe potuto salvare nemmeno se avesse cambiato città, perché la mafia ha conoscenze in tanti luoghi e le sue accuse verso la mafia erano troppo pesanti per essere tollerate dai mafiosi. Se non fossero esistite persone come Peppino e Giovanni Falcone, il mondo sarebbe peggiore, perché essi hanno lottato contro la mafia rischiando la propria vita, e sono importanti come Abramo Lincoln, che ha combattuto la schiavitù, e Malala, che ha salvato le donne pakistane dall’ignoranza. 

Matteo - 3C

Giovanni Falcone nacque in Sicilia. Fu da sempre interessato alla giustizia e da adulto, in qualità di giudice, ebbe un importante ruolo nella lotta contro la mafia. Istituì, insieme ad altri magistrati come Paolo Borsellino, il maxi-processo, con cui riuscì a arrestare oltre quattrocento persone aventi a che fare con la mafia. 
Falcone riuscì anche ad interrogare un ex-boss mafioso, Tommaso Buscetta, il quale, pentitosi, diede molte informazioni utili alla giustizia. Falcone ricevette numerose minacce e fu il bersaglio di diversi tentati omicidi. Morì nel 1992 nella strage di Capaci, in seguito all’esplosione dell’autostrada su cui si trovava. 
Secondo me Giovanni Falcone fu una persona di grandissimo coraggio: provò, e riuscì, ad affrontare la terribile minaccia mafiosa, sacrificando la propria vita; ciò che ha fatto è un’impresa davvero ardua che solo pochi possono affrontare, ma queste poche persone contribuiscono a rendere il mondo un posto migliore.  

Michelangelo - 3C

giovedì 7 marzo 2019

DELITTI IN VILLA - SECONDA PARTE






Il duca era tranquillo durante l’interrogatorio, ma non sapeva che cosa l’avrebbe atteso dopo. Doveva riconoscere i corpi dei suoi amici e riferire ogni minimo dettaglio, così che i poliziotti potessero indagare con un criterio.
Mentre osservava attentamente i copri, vide l’agente di guardia con le lacrime agli occhi e subito gli venne qualche dubbio: “Perché piange? Aveva qualche rapporto con i morti? Se sì, di che tipo e con chi?” Comunque, decise di lasciar perdere e si concentrò sul triste compito. Dopo qualche minuto si accorse che G.M. non indossava il suo anello; essendo di molto valore, ipotizzò che dopo averla uccisa l’avessero derubata.
Con tutte queste congetture in testa, andò a dormire, e rifletté anche sulla strana reazione del poliziotto. Giunse alla conclusione che doveva essere amico di uno dei deceduti. Seppe, da alcuni suoi colleghi, che si trattava di un assassino pentito, arruolatosi nel copro della polizia. All’improvviso un pensiero gli balenò nel cervello: “Se avesse ucciso lui i miei amici?”
Non sapendo darsi pace, alla mattina riprese il suo lavoro ma, quando arrivò ai corpi di G.M. e G.B., si presentò la Scientifica, che voleva effettuare gli esami del DNA su entrambi i corpi. D.R. sperava che fossero negativi, così da poter ritrovare i suoi amici, e avere di nuovo una vita normale.
Il suo desiderio si avverò.
La ragazza morta non era G.M..
Il DNA era diverso da quello del marchese. Quasi sollevato, D.R. pensò: “Meno male! Ma, se non è qui, dove sarà?” In quel momento partirono le ricerche.
Chiese ad ogni persona che incontrava se avesse visto G.M., ma con tutti la risposta fu un laconico “NO”. Arrivato alla porta dell’assassino pentito, il duca indugiò: “E se fosse stato lui? Avrebbe potuto nascondere bene le tracce e… e…”
“Buonasera duca, vi aspettavo.” Le parole di G.T., il poliziotto, ruppero il gelido silenzio della notte. “So perché è qui, e le dirò tutto ciò che so.”
“G.M. mi ha ricattato; se non l’avessi aiutata a decimarvi, mi avrebbe fatto arrestare di nuovo”, confessò G.T..
“E non potevate denunciarla?!?”
“Non avrebbero mai creduto a un avanzo di galera come me”, continuò, “ma, se volete, posso portarvi da lei”.
Non sapendo neanche lui il motivo, D.R. accettò. E fece bene.
Quella sera stessa una squadra di poliziotti raggiunse G.M. e l’arrestò.
“Perché?”, chiese il duca, “perché l’hai fatto?”
“Oh, be’, non potevo certo aspettare che tu morissi naturalmente. Speravo scappassi e lasciassi tutto a me.”
“Hai ucciso tuo padre, la tua famiglia, il tuo fidanzato, per dei soldi?”, chiese sbigottito D.R..
“Certo. E lo farei ancora.”, concluse G.M..
“Davvero una bella storia, commissario.”
“Bene”, rispose A.C.. “Ora torniamo al lavoro.”

FINE…FORSE

ALESSANDRO 2C


NANOOK L'ESCHIMESE

Cari amici del blog,
qui sotto potrete leggere le recensioni che alcuni ragazzi di 1C hanno scritto dopo aver visto il film "Nanook l'eschimese".
Buona lettura!




Genere: documentario
Anno: 1922
Durata:79 minuti
Formato: bianco e nero
Registi: Robert Flaherty
Recensione: Il film parla di un famiglia di eschimesi che abita nella baia di Hudson, in Canada, e delle sue avventure. Il capofamiglia è Nanuk, che caccia le foche, costruisce igloo e si dedica a molte altre attività.
Il fatto che più mi è dispiaciuto è stato che mancassero i suoni (tranne le musiche), infatti tante cose non si capivano. Tuttavia il film è interessantissimo e molte scene facevano ridere.
















Consiglio questo film perché ti appassiona ed è molto interessante vedere come vivono gli eschimesi: una tribù completamente diversa 

Livia 



GENERE: documentarioNAZIONE: U.S.A., FranciaANNO: 1922DURATA: 79 min.FORMATO: bianco e neroREGISTI: Robert FlahertyAMBIENTAZIONE: Baia di Hudson, Canada Film che parla della vita tra i ghiacci, ripresa dall’esploratore Robert Flaherty, che era andato al polo per osservare il comportamento di una famiglia di eschimesi. Dopo aver imparato la loro lingua, Flaherty conosce la famiglia di Nanook, un eschimese gentile che gli mostra come mangiano, cacciano, vivono e come costruiscono gli igloo.E’ interessante vedere come vivevano le popolazioni di allora tra i ghiacci, rischiando di morire ogni giorno.Consiglio questo film perché è bello vedere film molto vecchi, in bianco e nero e muti.

Emanuele 



Recensione del film:Nanuk l’eschimese
Genere: documentario
Nazione: USA, Francia
Durata:79 minuti
Formato: bianco e nero
Registi: Robert Flaherty
Recensione: Questo film parla di una famiglia di eschimesi e della loro vita:
La famiglia vive molte avventure straordinarie che, alcune volte, fanno impressione. Questo film è ambientato in Canada nella baia di Hudson, un luogo con tanta neve e molti pericoli da affrontare. Questa famiglia, però, riesce a superare tutti i pericoli ma soprattutto riesce a sopravvivere, grazie all’aiuto dei cani e all’abilità di Nanuk, capo famiglia nonché papà dei suoi vivacissimi bambini, graziosi e sempre in cerca di avventure.
La scena per me più sconvolgente è quella dove tutti insieme riescono a catturare una foca intera, molto succulenta; una grande soddisfazione!
Il film finisce con la scena in cui la famiglia si ripara dalla tempesta di neve in un igloo abbandonato e dorme al caldo.
Consiglio di vedere questo film a tutte le persone, perché si può capire come vivevano gli eschimesi.

Beatrice


SHAMPOO & BALSAMO FAI DA TE


Cari amici del blog,
oggi vogliamo invitarvi a creare dei prodotti naturali, amici dell’ambiente.
Seguite queste semplici istruzioni e…fateci sapere com’è andata.


BALSAMO
Schiacciate un avocado, mescolatelo con il tuorlo dell’uovo e due cucchiaini d’olio d’oliva. Spalmate il composto sui capelli appena lavati e lasciatelo agire qualche minuto massaggiando delicatamente la testa, poi risciacquate abbondantemente.

SHAMPOO
Per creare il vostro shampoo naturale usate:
- 2 cucchiai di farina di ceci;
- 1 cucchiaio di miele;                              
- 2 cucchiai di acqua;
- 1 cucchiaio di aceto.
Mescolate bene tutti gli ingredienti finché non si forma una crema SENZA GRUMI. Cospargete la crema così ottenuta su tutte la lunghezza. Alla fine dell’uso sciacquare molto bene.

MASCHERA PER CAPELLI
Dolcemiele
Mescolate un cucchiaino di miele con il tuorlo di un uovo e due cucchiaini di olio d’oliva. Applicate la maschera sui capelli (ovviamente bagnati) lasciatela agire 30 minuti e sciacquatela.

Sapore di cocco









Miriam e Martina

I GAS, GRUPPI DI ACQUISTO SOLIDALE






La storia dei gruppi di acquisto solidale inizia nel 1994 a Fidenza e prosegue nel 1996, quando viene pubblicata la Guida al Consumo Critico dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo[4], dove vengono rilasciate informazioni sul comportamento delle imprese più importanti al fine di guidare la scelta del consumatore. Nel 1997 nasce la rete dei gruppi d'acquisto solidali (retegas).
Con l'entrata in vigore della legge finanziaria 2008, i GAS sono stati formalmente riconosciuti come «soggetti associativi senza scopo di lucro costituiti al fine di svolgere attività di acquisto collettivo di beni e distribuzione dei medesimi con finalità etiche, di solidarietà sociale e sostenibilità ambientale».[5]I gruppi di acquisto solidale sono ‘’associazioni’’che  possono essere create e utilizzate da tutti. Il loro senso è quello di ordinare, insieme ad altri consumatori, i prodotti che si vogliono acquistare, per esempio mele, insalata, cavolfiori ecc. direttamente dal produttore; circa una settimana dopo, arriveranno i prodotti scelti dalle varie famiglie. Il tutto in un unico viaggio, risparmiando così soldi e benzina.

Martina e Hagar


COLTIVA IL TUO CIBO



Coltivare il cibo è un vero divertimento e in più sei sicuro che quello che mangi non è cresciuto con l’aiuto di sostanze nocive.
Che ne dici di cominciare con i pomodorini? Non serve un giardino, ma un balcone o una finestra soleggiata. Se la tua pianta non cresce, significa che non è la stagione giusta. Per coltivare i  pomodorini è meglio aspettare primavera.
Adesso ti diciamo come si coltivano:
- estrai un po’ di semi  da un pomodoro (possibilmente piccoli come i pomodori ciliegia), bagnali e lasciali asciugare;
- riempi dei vasetti di yogurt vuoti con un po’ di terra. Metti il seme al centro, appena sotto la superficie,  poi bagnalo leggermente;
- prima che i tuoi genitori te li buttino perché li scambiano per spazzatura, contraddistingui i vasetti e lasciali su un davanzale soleggiato. Controllali ogni giorno, innaffiali quando è necessario in modo che il terriccio rimanga sempre umido (ricordati di non bagnarlo troppo). Dopo circa una settimana dovresti trovare qualcosa che spunta, questo significa che la piantina sta cominciando a crescere;
- dopo circa quattro settimane, vedrai una pianta con dei germogli: ciò significa che dovrai travasarla in un vaso più grande (sempre con la terra), ma con molta attenzione;
- continua a controllare e a bagnare le tue piante (pomodorini o altre verdure semplici), anche due volte al giorno. Dopo poche settimane, dovresti  vedere  spuntare  dei  fiori, che alla fine cadranno lasciando il posto a dei pomodorini verdi;
- quando i tuoi pomodorini avranno colore rosso brillante e una consistenza leggermente morbida, saranno maturi e pronti per essere raccolti e mangiati.
Se  cominci da un’azione semplice, come questa, piano piano diventerai un eroe che salverà la Terra dall’inquinamento.
Nissi e Isabella

(Il testo è tratto dal libro “Il pianeta lo salvo io” – pp. 36-37).

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