pubblichiamo qui di seguito le riflessioni che i nostri compagni delle classi terze hanno scritto pensando a Peppino Impastato e a Giovanni Falcone.
Buona lettura!
Parla delle figure di Giovanni Falcone e Peppino Impastato, soffermandoti sul loro ruolo nella lotta contro la mafia.
Giovanni Falcone era un magistrato che nel 1987 mise in atto il maxi-processo, in cui condannò moltissimi mafiosi di Cosa Nostra; per incastrarli andò anche in America, dove lavorò con l’FBI. A causa del maxi-processo, Falcone morì in un’esplosione insieme alla moglie e alla sua scorta nel 1992. Peppino Impastato, invece, era un giovane giornalista di una cittadina in provincia di Palermo e nacque in una famiglia mafiosa. Insieme a degli amici, fondò una radio privata attraverso la quale denunciava la mafia. Una sera, nel 1978, a causa delle sue accuse pesanti verso un boss, Gaetano Badalamenti, Peppino fu rapito e ucciso da alcuni mafiosi. Era lo stesso anno in cui avvenne il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro. Io, a differenza di Giovanni e Peppino, non avrei denunciato i crimini della mafia, per paura di essere ucciso, come fa la maggior parte della popolazione che si chiude nell’omertà.
Edward - 3B
Giovanni Falcone e Peppino Impastato sono due persone diverse, ma entrambi hanno avuto il coraggio di combattere la mafia. Essi, infatti, hanno due storie diverse, ma qualcosa li accomunava: Giovanni era un giudice siciliano che ha avuto il coraggio di dire pubblicamente che la mafia esiste, riuscendo ad incastrare molti mafiosi di Cosa Nostra, collaborando perfino con l’FBI americana. Grazie al maxi-processo, Falcone riuscì a “vincere” contro la mafia, ma nel 1992 venne ucciso in un’esplosione sull’autostrada per Capaci.
Peppino Impastato, invece, era un ragazzo nato in una famiglia mafiosa, ma ha il coraggio di denunciare le azioni dei mafiosi attraverso la radio che fonda con un gruppo di amici. Nel 1978, però, vene ucciso e fatto esplodere dai alcuni mafiosi sui binari del treno.
Giovanni e Peppino sono persone davvero importanti e molto coraggiose, e lo testimonia ciò che hanno fatto.
Alessandro - 3B
Peppino Impastato nacque, per sua sfortuna, in una famiglia mafiosa, ma presto capì che la mafia commette atti disumani e perciò passò la sua vita a combatterla. Insieme ad alcuni amici, infatti, fondò una radio, attraverso la quale denunciava i crimini compiuti dai mafiosi e invitava gli ascoltatori a non piegarsi alla loro prepotenza e a ribellarsi.
Finché suo padre fu in vita, Peppino era protetto dalle possibili azioni vendicative di quei mafiosi che erano il bersaglio delle sue polemiche, ma quando il padre morì Peppino divenne vulnerabile e indifeso e agli occhi dei mafiosi era solo una facile preda. Egli, infatti, venne ucciso da alcuni mafiosi mandati da Gaetano Badalamenti, don Tano, e poi fu legato e fatto esplodere sui binari del treno per simulare un suicidio. Solo vent’anni dopo si scoprì che si trattava di un omicidio.
Peppino, come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, è un’altra vittima della mafia ed è proprio per paura di venire uccisi che molti preferiscono l’omertà.
Secondo me, la mafia è un’ingiustizia ed è difficile da combattere perché i mafiosi sono tanti e perché molti, temendo di morire, non osano sfidarla. Se tutti noi ci unissimo, però, i mafiosi non sarebbero più considerati “intoccabili”.
Anton - 3C
Peppino Impastato era un giornalista e faceva parte di una famiglia mafiosa siciliana, ma il suo intento, sin da ragazzino, era combattere le ingiustizie, in particolare la mafia. Insieme ad alcuni amici, Peppino fondò una radio privata in cui accusava i mafiosi dei loro crimini e tutto ciò che disse contro la mafia lo portò alla morte.
Secondo me, Peppino non si sarebbe potuto salvare nemmeno se avesse cambiato città, perché la mafia ha conoscenze in tanti luoghi e le sue accuse verso la mafia erano troppo pesanti per essere tollerate dai mafiosi. Se non fossero esistite persone come Peppino e Giovanni Falcone, il mondo sarebbe peggiore, perché essi hanno lottato contro la mafia rischiando la propria vita, e sono importanti come Abramo Lincoln, che ha combattuto la schiavitù, e Malala, che ha salvato le donne pakistane dall’ignoranza.
Matteo - 3C
Giovanni Falcone nacque in Sicilia. Fu da sempre interessato alla giustizia e da adulto, in qualità di giudice, ebbe un importante ruolo nella lotta contro la mafia. Istituì, insieme ad altri magistrati come Paolo Borsellino, il maxi-processo, con cui riuscì a arrestare oltre quattrocento persone aventi a che fare con la mafia.
Falcone riuscì anche ad interrogare un ex-boss mafioso, Tommaso Buscetta, il quale, pentitosi, diede molte informazioni utili alla giustizia. Falcone ricevette numerose minacce e fu il bersaglio di diversi tentati omicidi. Morì nel 1992 nella strage di Capaci, in seguito all’esplosione dell’autostrada su cui si trovava.
Secondo me Giovanni Falcone fu una persona di grandissimo coraggio: provò, e riuscì, ad affrontare la terribile minaccia mafiosa, sacrificando la propria vita; ciò che ha fatto è un’impresa davvero ardua che solo pochi possono affrontare, ma queste poche persone contribuiscono a rendere il mondo un posto migliore.
Michelangelo - 3C
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