giovedì 25 ottobre 2018

RACCONTO DEL MISTERO


Cari lettori,
in questa sezione troverete alcuni elaborati degli alunni della 2C. Iniziamo con un bel racconto del mistero.
Buona lettura!

D E L I T T I  I N  V I L L A
“Arrivederci, duca. Domani sarà una giornata importante e la voglio fresco e riposato”.
“Queste furono le ultime parole pronunciate dal marchese J.B. prima di morire. Ḗ stato assassinato nel cortile della villa di sua proprietà” continuò il duca D.R. “L’assassino è stato furbo. Ha agito in modo che nessuno potesse scoprirlo, ma io lo farò arrestare, fosse l ‘ultima cosa che faccio.” I presenti a quel discorso, la marchesina G.M., la governante G.C. e il fidanzato della marchesina, F.C., sussultarono, mentre la tempesta che infuriava all’esterno contribuì a rendere l’ambiente più spaventoso.
Quando la sala si svuotò e rimasero solo il duca, la marchesina e il suo fidanzato, iniziò la discussione.
Con la morte del marchese rimasero alcune questioni in sospeso: il matrimonio di G.M. e F.C., che era programmato per il giorno successivo; l’ eventuale promozione del duca ad amministratore delegato delle proprietà di J.B.; l’aumento di stipendio dei camerieri. La marchesina decise di rinviare le nozze e  ognuno si recò nella propria camera da letto. F.C. stava per coricarsi nel suo letto, quando udì un rumore provenire dal giardino, vide un’ombra sfrecciare tra i cespugli e, capendo che si trattava di un gatto, si girò per tornare a letto. Prima di realizzare cosa stesse succedendo, una lama penetrò nel suo sterno e, “per sua fortuna”, fu una morte rapida.
 Ormai la villa era in subbuglio. Camerieri e servi erano terrorizzati. Il duca era nevrastenico e G.M. era sconvolta; ormai aveva perso tutta la famiglia. Sentiva addosso il pesante fardello della responsabilità e, non stando molto bene, decise di parlare con il duca: “ Io non ne posso più, D.R., sono stanca e triste; per questo, da oggi, sarai tu a gestire il patrimonio di papà.”  “D’accordo”  affermò il duca. Intanto G.C. si recò in cucina per verificare la quantità di cibo necessaria ai cuochi per preparare il pranzo. All’improvviso udì uno sferragliare di pentole e stoviglie e, pensando che si trattasse del garzone, si  avvicinò .Tutto diventò nero: era stata stordita. Quando i cuochi arrivarono, trovarono il corpo martoriato della governante e, vicino al suo cadavere, un orologio malridotto sporco di sangue, secco in alcuni punti e in altri fresco.  Solo in seguito si scoprì che la governante andava spesso in cucina per vedersi con il suo amante F.C.
Quel giorno tornò alla villa G.B., l’amico del duca, che era partito per un viaggio d’affari misterioso.
In quel periodo non successe più niente di strano, finché il duca D.R. partì e il giorno successivo vennero trovati i corpi di G.M. e G.B., gettati in un sacco della spazzatura e poi bruciati, ormai irriconoscibili.
Quando il duca tornò, la villa era circondata dalla polizia e…
“Ma, commissario A.C., come andò a finire?” chiese il poliziotto.

“Ve lo racconterò un’altra volta”.




Alessandro C.

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