UN PICCOLO LIBRO, UNA GRANDE STORIA
17 novembre 2018
Oggi, all’Istituto Comprensivo Cinque Giornate, in occasione di BookCity, si è tenuta la presentazione del nuovo libro della scrittrice e insegnante di inglese e tedesco: Jessica Ravera.
Il libro si intitola: “Il diario di Victor Frankenstein”, ispirato al romanzo, “Frankenstein”, di Mary Shelley e pubblicato dalla casa editrice”Bakemono Lab”. La sostanziale differenza tra i due componimenti consiste nel fatto che il romanzo del 1818 è un horror mentre il diario pubblicato nel 2017 appartiene al genere “creepy”.
Il termine creepy deriva dal verbo “to creep” che significa strisciare o camminare in modo lento, inquietante, che mette i brividi; come spiegato dall’autrice potrebbe essere lo strisciare di un serpente o il camminare di un ragno.
La scrittrice racconta che nell’agosto del 2017 la rappresentante della casa editrice le ha commissionato la creazione di un diario tratto dal classico di Mary Shelley con scadenza 30 Novembre 2017.
Passati quasi due mesi, Jessica, per un motivo o per un altro, non era riuscita neanche ad iniziare il diario; ma, straordinariamente, una notte buia e tempestosa, due giorni prima della consegna, non riuscendo a dormire, venne presa dall’ispirazione e iniziò a scrivere, così nel giro di dodici ore riuscì a finire il diario.
A quel punto chiamò la redattrice e quest’ultima, dopo aver finito di leggere il componimento, le chiese di tradurlo in inglese così da farlo diventare internazionale.
La scrittrice ci ha spiegato che è riuscita a tradurre il libro anche grazie all’aiuto di suo marito e che si è trovata bene a farlo, perché non doveva temere sorprese spiacevoli, essendo lei stessa a tradurre il suo libro. Come Mary Shelley, Jessica si è ritrovata in una situazione romanzesca.
I temi affrontati nel libro sono:
-La difficoltà di affrontare la perdita di una persona cara, nel libro il dottor Victor Frankenstein inizia a pensare che la vita e la morte sono due facce opposte della stessa medaglia, e in quanto tali sia possibile passare dalla vita alla morte ma anche dalla morte alla vita;
-La solitudine, in cui la scrittrice si immedesima, dicendo che quest’ultima può essere piacevole solo quando è una scelta personale e non quando è una costrizione.
Ma riguardo ai temi presenti nel testo, l’autrice ha preferito non aggiungere altro, lasciando ognuno libero di trovare ulteriori messaggi e significati, confrontando il romanzo con la propria vita e le proprie esperienze.
Il diario è scritto dal punto di vista del dottor Frankenstein, ma nonostante ciò si finisce per immedesimarsi più nella “creatura” dello scienziato che, nel corso della storia, verrà definito “mostro” e infine “demonio”.
Rivolgiamo ai nostri giovani lettori un invito a leggere questo piccolo libro che al suo interno racchiude una grande storia!!!
Sofia M., Gaia R., Lucrezia B. - classe 3C
Sabato 17 novembre 2018 nel nostro Istituto abbiamo
partecipato all’evento di Bookcity, in cui la nostra professoressa di tedesco,
Jessica Ravera, ha presentato il suo libro: ”Il diario di Victor Frankenstein”,
scritto in italiano e autotradotto in inglese.
Racconta la vicenda già narrata da
Mary Shelley: il dottor Victor Frankenstein, in seguito alla perdita della
madre, tenta di donare la vita ad una creatura dopo aver assemblato pezzi di
cadaveri. Riuscito nel suo intento, non soddisfatto del suo risultato, decide
di scappare abbandonando la Creatura. Il mostro, ancora senza un nome assegnato,
si sente solo e decide di andare alla ricerca del suo creatore per chiedere di
creare una sua simile in modo da avere compagnia.
Il libro della nostra insegnante, liberamente tratto da
quello della Shelley, ha la particolarità di essere stato scritto dal punto di
vista di Victor Frankenstein.
E’ stato un intervento molto interessante, soprattutto perché
la professoressa ha voluto soffermarsi su alcuni particolari, come ad esempio
che si non tratta di un genere “horror”, ma di un genere “creepy”, ossia storie
che fanno venire i brividi, ma non sono
spaventose. Con creepy si intende anche
il rumore che fanno i ragni quando camminano, proprio per indicare qualcosa che
fa venire la pelle d’oca.
E’ stato stimolante anche scoprire come è nato questo libro:
scritto tutto in una sola notte di temporale, situazione analoga a quella della
scrittrice Mary Shelley, per mancanza di ispirazione in precedenza.
Partecipare a questo evento è stata un’esperienza
significativa anche perché, da adesso, guarderemo la nostra insegnante con
occhi diversi. Ci riteniamo molto fortunate ad avere una professoressa così!
Giulia e Gisella - classe 2C
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.